martedì 16 marzo 2010

storia di caltagirone


la storia di caltagirone citta' della ceramica


La Città di Caltagirone sorge alle sommità di un monte (monte Caltagirone) che separa la piana di Gela da quella di Catania. Il territorio è ricco di siti archeologici (S.Mauro, Montagna, S.Ippolito ecc.) che testimoniano insediamenti fin dall' epoca preistorica. In occasione di campagne di scavi sono stati reperiti diversi manufatti, anche in terracotta, risalenti ad epoca preellenistica. L' utilizzazione dell' argilla, presente in gran quantità nel territorio Calatino, è occasione di sviluppo artigianale ed economico già nel sec. VII a.C. per divenire, attorno al sec. V a.C., più raffinata e riconoscibile.



Con gli Arabi, Caltagirone conosce un periodo fiorente sia in agricoltura che in altri settori e, certamente, nella produzione di manufatti in terracotta che divengono maiolica grazie alla tecnica dell'invetriatura importata dai Saraceni.
La ceramica di Caltagirone, costituita a quel tempo da manufatti di uso giornaliero, si diffonde rapidamente in tutta la Sicilia. In seguito i “cannatari”(fabbricatori di brocche)” , i “ciaramitari” (fabbricatori di tegole), gli “stovigliari” (fabbricatori di stoviglie), ebbero riconoscimento della loro valentia tanto che la ceramica di Caltagirone poteva circolare liberamente nel Regno di Sicilia in esenzione da tasse.
Purtroppo il terremoto del 1693, nefasto per tutta la Sicilia orientale, oltre a far crollare gran parte della Città, mandò in rovina quasi tutti i manufatti antichi in ceramica che si erano conservati fino a quel momemto. Fortunatamente, la diffusione della ceramica di Caltagirone permette di ritrovare oggetti di epoca precedente al terremoto in collezioni sparse nel mondo.


La ricostruzione impegnò grandemente gli amministratori della Città, i Senatori, che diedero commissione alle migliori maestranze. Furono aperte nuove strade a valle del nucleo originario e la città assunse l’aspetto barocco che ancor oggi possiamo ammirare.
Ai primi dell’800 inizia la fiorente attività dei figurinai che inizialmente produssero esclusivamente pastori da presepe. Nel 1848 il figurinaio Giacomo Bongiovanni si impegnò a fornire al Comune di Caltagirone annualmente quattro gruppi di figurine per il corrispettivo di settentadue ducati annui.
Il Bongiovanni ebbe il merito di vestire le sue figurine di argilla. Prima di lui, soltanto le teste , le mani ed i piedi erano di argilla ed il resto del corpo era costituito da stoffa o carta pesta alla maniera dei pupi napoletani. Figurinai che si distinsero nel tempo sono da ricordare i Morretta, i Bonanno, i Bongiovanni Vaccaro, per giungere ai nostri tempi con gli Scuto, i Branciforti, i Romano, i Patrì, il Raimondo, il Biondo ecc.


Nell’800 la ceramica trova diffusa utilizzazione in architettura tanto che si costruiscono capolavori quali la Villa Carolina, poi Vittorio Emanuele, con arredi del Basile realizzati dalla fabbrica Vella di Caltagirone, o il Cimitero in stile Neogotico, nel quale il Progettista Nicastro volle tutti i particolari architettonici in terracotta sicchè costituisce un esempio unico nel suo genere. Anche il Giardino Pubblico è un importante esempio dei vari stili artistici di cui Caltagirone è ricca, si può ammirare infatti la balconata del teatrino in stile Liberty, i vasi e le statue in stile Barocco ed il gazebo di squisito gusto Arabo. L’ultimo grande lavoro pubblico che ha visto impiegata la ceramica è il rivestimento dei frontali dei gradini della famosa scala di Maria SS. del Monte realizzato negli anni ’50 dalla Scuola d’Arte di Caltagirone diretta dal Prof. Antonino Ragona al quale si deve anche l’istituzione del Museo della Ceramica. Questa scala , in occasione dei festeggiamenti di luglio in onore del Patrono S.Giacomo, viene illuminata da migliaia di lucerne ad olio che disegnano splendidi arazzi. Questa antica tradizione è stata codificata a metà dell’800 dal francescano Padre Benedetto Papale


Oggi Caltagirone offre ai visitatori un centro storico nel quale convivono edifici medioevali, barocchi, liberty che ha il cuore nella vecchia piazza della Loggia (Municipio) delimitata dal maestoso Palazzo dell’Aquila, dalla Corte Capitaniale, dal Palazzo Gravina con il lungo balcone gaginesco e dalla Galleria Luigi Sturzo nel cui interno è il più grande pannello di ceramica mai realizzato, nel quale il Maestro Pino Romano ha rappresentato la battaglia di Judica che vide vincitori i Calatini sui Saraceni. Tale evento diede inizio alla potenza di Caltagirone che fu infeudata della Baronia di Camopietro.


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